Il mondo delle cripto-attività (Bitcoin, Ethereum, NFT, stablecoin, ecc.) è in continua evoluzione, e con esso anche la normativa fiscale italiana rendendo sempre più complicato il pagamento delle tasse criptovalute.
Se possiedi, scambi o generi redditi da criptovalute, comprendere gli obblighi fiscali è fondamentale per evitare errori e pesanti sanzioni. La recente Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha introdotto modifiche significative che entreranno in vigore progressivamente, rendendo ancora più cruciale una corretta pianificazione.
In questa guida completa, basata sulle ultime disposizioni normative, analizzeremo nel dettaglio come funziona la tassazione delle criptovalute in Italia, cosa devi dichiarare e quali sono le scadenze da rispettare.

Tasse sulle Criptovalute Italia: Cosa Intende il Fisco?
Prima di addentrarci nelle regole fiscali, chiariamo cosa intende il legislatore per “cripto-attività”. La Legge n. 197/2022 le definisce come:
“Rappresentazioni digitali di valore o di diritti che possono essere trasferite e memorizzate elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia analoga.”
Questa definizione ampia include:
- Criptovalute: Bitcoin (BTC), Ethereum (ETH), etc.
- Stablecoin: USDT, USDC, DAI, etc.
- NFT (Non-Fungible Token): Token unici rappresentativi di asset digitali o fisici.
- Token di Investimento (Security Token): Simili a titoli finanziari.
- Token di Utilità (Utility Token): Danno accesso a beni o servizi specifici.
È importante notare che anche il Regolamento Europeo MiCA (Markets in Crypto-Assets), pienamente operativo dal 30 dicembre 2024, fornisce un quadro normativo armonizzato a livello UE, influenzando anche le definizioni e le categorie rilevanti.
Tassazione Criptovalute: Le Novità dal 2025
Le plusvalenze e gli altri proventi derivanti da cripto-attività sono classificati come “redditi diversi di natura finanziaria” ai sensi dell’art. 67, comma 1, lettera c-sexies) del TUIR.
Questo significa che sono soggetti a un’imposta sostitutiva, separata dall’IRPEF ordinaria.
Le Grandi Novità Fiscali per le Tasse sulle Criptovalute dal 2025/2026: Cosa Cambia?
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto due cambiamenti epocali per la tassazione delle crypto:
- Aumento dell’Aliquota al 33% dal 2026:
- Fino al 31 dicembre 2024: Aliquota al 26%.
- Per tutto l’anno 2025: Aliquota confermata al 26%.
- Dal 1° gennaio 2026: L’aliquota passerà al 33%. Si tratta di un incremento del carico fiscale di quasi il 27% sulle future plusvalenze.
- Eliminazione della Franchigia di 2.000€ dal 2025:
- Fino al 31 dicembre 2024: Le plusvalenze erano esenti se inferiori a 2.000€ nel periodo d’imposta.
- Dal 1° gennaio 2025: La franchigia viene abolita. Qualsiasi plusvalenza, anche minima, sarà soggetta a tassazione (al 26% per il 2025, al 33% dal 2026).
- Nota Positiva: Contestualmente, dal 2025, le minusvalenze saranno integralmente deducibili dalle plusvalenze dello stesso periodo o riportabili nei 4 anni successivi (mentre prima erano deducibili solo per la parte eccedente i 2.000€).
Quando Scatta la Tassazione? Le Operazioni Fiscalmente Rilevanti
Non tutte le operazioni con cripto-attività generano un obbligo fiscale immediato.Ecco i casi principali:
Operazioni Tassate (generano plusvalenza/minusvalenza o provento):
- Vendita di cripto-attività in cambio di valuta FIAT (Euro, Dollari, etc.).
- Permuta tra cripto-attività aventi diverse caratteristiche e funzioni (es. scambio Bitcoin con un NFT, o scambio di una criptovaluta con un e-money token).
- Utilizzo di cripto-attività per acquistare beni o servizi.
- Proventi derivanti dalla detenzione (non professionale): Staking rewards, airdrop, rendimenti da lending. Questi sono tassati sul valore lordo percepito.
- Mining occasionale: Considerato reddito diverso. (Il mining professionale è reddito d’impresa).
Operazioni NON Tassate (fiscalmente irrilevanti al momento dell’operazione):
- Permuta tra cripto-attività aventi le medesime caratteristiche e funzioni (es. scambio Bitcoin con Ethereum, scambio tra due NFT simili). Il costo fiscale viene mantenuto.
- Trasferimento di crypto tra propri wallet o exchange.
- Hard fork (la tassazione avviene solo al momento dell’eventuale vendita dei nuovi token ricevuti).
Come si calcola la Plusvalenza?
Plusvalenza = Corrispettivo percepito (o valore normale) – Costo di acquisto documentato.
Si applica il metodo LIFO (Last-In, First-Out) per acquisti multipli della stessa crypto. Se il costo non è documentabile, è considerato pari a zero.
Gli Adempimenti Dichiarativi: Quadro RT e Quadro RW
Chi possiede cripto-attività e opera in regime dichiarativo (la stragrande maggioranza dei casi, data la scarsità di intermediari che offrono il regime amministrato per le crypto) ha due obblighi principali nella dichiarazione dei redditi (Modello REDDITI PF) al fine di poter essere in regola e pagare correttamente le tasse sulle criptovalute:
- Quadro RT – Redditi Diversi di Natura Finanziaria:
- Cosa indicare: Le plusvalenze realizzate e gli altri proventi (es. staking).
- Come: Compilare la Sezione VII, indicando corrispettivi, costi, minusvalenze pregresse e calcolando l’imposta sostitutiva dovuta (26% fino al 2025, 33% dal 2026).
- Scadenza versamento: Saldo delle imposte (generalmente 30 giugno dell’anno successivo).
- Quadro RW – Monitoraggio Fiscale delle Attività Estere (e Crypto):
- Cosa indicare: Il valore totale delle cripto-attività detenute al 31 dicembre (o alla data di cessione durante l’anno).
- Obbligo Assoluto: Questo quadro va compilato SEMPRE, indipendentemente dal fatto che le crypto siano su exchange italiani, esteri o su wallet privati (hardware wallet, software wallet, chiavette USB). Non esistono soglie minime di esenzione per le crypto nel quadro RW.
- Sanzioni: L’omessa compilazione del RW comporta sanzioni pesanti (dal 3% al 15% del valore non dichiarato, raddoppiate per asset in paradisi fiscali) e preclude l’accesso a future sanatorie o affrancamenti.
Non Solo Plusvalenze: L’Imposta Patrimoniale dello 0,2% (IVACA)
Oltre all’imposta sui redditi, dal 2023 è in vigore un’imposta sul valore delle cripto-attività (IVACA), analoga all’IVAFE per i prodotti finanziari esteri.
- Aliquota: 0,2% (2 per mille) annuo.
- Base Imponibile: Valore di mercato delle cripto-attività detenute al 31 dicembre.
- Chi la paga: Tutti i residenti fiscali in Italia.
- Come si paga:
- Se le crypto sono presso un intermediario italiano che applica il bollo, viene trattenuta da quest’ultimo.
- Se sono su exchange esteri o wallet privati, va liquidata e versata tramite il Quadro RW della dichiarazione dei redditi.
- Massimale: Nessun massimale per le persone fisiche (per le società è 14.000€).
Esempio: Se al 31/12 possiedi crypto per un valore di 50.000€ (tra exchange esteri e wallet privati), dovrai versare 100€ (50.000 * 0,2%) di IVACA tramite la dichiarazione dei redditi.
Opportunità 2025 per il pagamento delle tasse sulle criptovalute: L’Affrancamento al 18%
La Legge di Bilancio 2025 ripropone la possibilità di affrancare, ovvero rideterminare il costo fiscale delle cripto-attività possedute all’1 gennaio 2025.
- Aliquota: Si paga un’imposta sostitutiva del 18% sul valore delle crypto all’1.1.2025.
- Scadenza: Il versamento (unico o prima di 3 rate annuali) va fatto entro il 30 novembre 2025.
- Vantaggio: Permette di “azzerare” le plusvalenze maturate fino all’1.1.2025 pagando un’aliquota agevolata (18%) rispetto a quella ordinaria (26% nel 2025, 33% dal 2026).
- Convenienza: È particolarmente vantaggioso per chi ha acquistato crypto a prezzi molto bassi e ha maturato plusvalenze elevate. La convenienza va valutata caso per caso, considerando il costo storico, il valore all’1.1.2025 e le prospettive di vendita future. Chi ha già affrancato nel 2023 può valutare un nuovo affrancamento.
- Requisito: È fondamentale aver correttamente indicato le cripto-attività nel Quadro RW degli anni precedenti.
Regime Dichiarativo: La Scelta (Spesso Obbligata) per le Crypto
Sebbene la normativa preveda anche i regimi del risparmio amministrato e gestito, nella pratica attuale:
- Il Regime Dichiarativo è quello quasi universalmente applicato, poiché richiede al contribuente di calcolare e versare le imposte.
- Il Risparmio Amministrato (con imposta applicata dall’intermediario) è offerto da pochissimi operatori crypto italiani.
- Il Risparmio Gestito (tassazione sul maturato annuale) è praticamente inesistente per le gestioni patrimoniali che includono crypto.
Rischi e Sanzioni: Cosa Succede se Non Dichiari Correttamente?
L’omessa o infedele dichiarazione dei redditi da crypto e del monitoraggio fiscale comporta sanzioni amministrative severe:
- Omessa dichiarazione redditi (RT): Sanzioni dal 120% al 240% dell’imposta dovuta.
- Omessa dichiarazione monitoraggio (RW): Sanzioni dal 3% al 15% (o 6%-30% per paradisi fiscali) del valore non dichiarato.
- Omesso versamento IVACA: Sanzioni ordinarie per omesso versamento imposte.
Oltre alle sanzioni amministrative, superate certe soglie di imposta evasa si possono configurare reati tributari. Inoltre, l’uso di crypto per occultare proventi illeciti può integrare il reato di autoriciclaggio.
Il Futuro è Trasparente: DAC 8 e Scambio Automatico di Informazioni
A partire dal 2026, con l’entrata in vigore della Direttiva UE DAC 8 e del CARF (Crypto-Asset Reporting Framework) OCSE, gli exchange e i provider di servizi crypto saranno obbligati a comunicare alle autorità fiscali i dati relativi ai saldi e alle transazioni dei propri clienti. Queste informazioni verranno scambiate automaticamente tra i vari Paesi, rendendo sempre più difficile (e rischioso) non dichiarare correttamente le proprie cripto-attività.
Pagare le tasse sulle criptovalute è veramente così complicato?
La fiscalità delle cripto-attività in Italia rappresenta senza dubbio uno dei settori più delicati e in costante trasformazione del panorama tributario. Non si tratta soltanto di comprendere le regole esistenti, ma anche di adattarsi rapidamente a modifiche normative che, come nel caso della Legge di Bilancio 2025, possono incidere in modo sostanziale sugli obblighi fiscali degli investitori.
Gli obblighi di monitoraggio nel Quadro RW sono stringenti e inderogabili, anche per chi detiene crypto su wallet privati. L’opportunità di affrancamento al 18% entro novembre 2025 merita un’attenta valutazione personalizzata.
Non rischiare errori o sanzioni. La gestione fiscale per il pagamento delle tasse sulle criptovalute richiede competenze specifiche e un aggiornamento costante.
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- Ricostruire la tua posizione fiscale pregressa.
- Calcolare correttamente plusvalenze e imposte dovute.
- Assisterti nella compilazione dei Quadri RT e RW.
- Valutare la convenienza dell’affrancamento 2025.
- Pianificare la tua strategia fiscale crypto per il futuro.
Disclaimer: Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate alla data di pubblicazione e hanno carattere puramente informativo. Non costituiscono consulenza fiscale personalizzata.